Ghetti rurali

Leggi
Il capitolo parla dei ghetti rurali nelle campagne europee, dove i migranti irregolari sostano per periodi brevi in corrispondenza dei periodi di raccolta per poi spostarsi verso altri ghetti e altri lavori in primavera ed estate. Lontani dagli occhi delle città, ma vicinissimi alla vita civile di ogni giorno, i ghetti rurali sono organismi urbani degni della complessità delle città informali, ma del tutto nascosti alla nostra esperienza del paesaggio a cui di fatto danno una precisa forma. Sono luoghi della vergogna perché esistono completamente fuori da quello che definiamo civiltà: fuori dai servizi, fuori dal senso di aiuto reciproco dell’umanità, fuori dai diritti dell’uomo spesso, fuori dall’attenzione che rivolgiamo al prossimo con spirito di compassione. L’osservatorio Migranti Basilicata, l’Università di Zurigo e tanti altri soggetti coinvolti in questo percorso raccontano queste realtà e le descrivono in maniera precisa avvicinando un fenomeno surreale e inconcepibile del nostro tempo. Una descrizione europea che amplia in senso di questo fenomeno ricollegandolo con quello delle immigrazioni irregolari in Europa. Il capitolo pone l’architettura dei ghetti rurali come base per una discussione sul tema dei diritti umani e sul lavoro del significato stesso di assistenza umanitaria. La prospettiva tuttavia ha delle visioni positive poiché i ghetti rurali spesso insistono su aree abbandonate, nuclei urbani minori spopolati dall’emigrazione. L’associazione di questi due fenomeni di svuotamento e riempimento temporaneo in associazione alla ricchezza agricola dell’Europa sono le direzioni verso cui guardare per vedere in un problema la possibilità di una risorsa.